DOMANDE FREQUENTI
COSMESI DENTALE
Cos’è uno scovolino?
Lo scovolino è uno strumento per l’igiene orale domiciliare che rimuove residui alimentari e placca batterica negli spazi interdentali dove con lo spazzolino è impossibile arrivare e dove il filo interdentale ha un diametro non sufficientemente spesso.
Lo scovolino va inserito negli spazi interdentali o sotto protesi fisse, con leggera pressione e senza forzarne l’inserimento, e mosso con movimenti orizzontali per pochi secondi.
Cosa sono le faccette dentali?
Le faccette dentali rappresentano uno dei risultati migliori dell’odontoiatria estetica moderna.
Sono dei sottilissimi involucri in ceramica o in porcellana che vengono applicati sulla superficie esterna dei denti che presentano imperfezioni per migliorare l’aspetto estetico del nostro sorriso.
Lo sbiancamento dentale è dannoso per i nostri denti ? quando è controindicato?
Lo sbiancamento dentale non è assolutamente dannoso se effettuato con tecniche e materiali adeguati e sotto la sorveglianza del professionista.
Non ci sono particolari controindicazioni per quanto riguarda lo sbiancamento dentale professionale, è però sconsigliato in pazienti con gravi problemi parodontali, con elementi dentali fratturati o con otturazioni non congrue, in gravidanza, con pazienti sottoposti a particolari terapie farmacologiche e bambini.
Ogni quanto è consigliato effettuare un’igiene orale?
In una bocca sana sono consigliate 2 igieni all’anno (una ogni 6 mesi). In casi specifici sarà il dentista a determinare la scadenza delle vostre igieni.
Ogni quanto va passato il filo interdentale?
Almeno una volta al giorno.
Perchè sono importanti le igieni gravidiche?
E’ ormai dimostrato che le igieni orali in gravidanza sono importantissime non solo per preservare la salute dei denti della mamma in attesa ma anche per prevenire i potenziali problemi dei dentini del bambino
Qual è il dentifricio ideale?
Escludendo casi eccezionali in cui è lo stesso dentista a indicarvi il tipo di dentifricio più adatto a voi, non esiste un dentifricio ideale.
La cosa più importante nell’ambito dell’igiene orale quotidiana, è il corretto spazzolamento de nostri denti.
Qual è lo spazzolino ideale? Ogni quanto va cambiato?
Secondo il Ministero della Salute, lo spazzolino ideale è quello elettrico.
Noi consigliamo sia lo spazzolino elettrico che il manuale, purchè il secondo sia di forma convessa con setole medie e che venga utilizzato con la tecnica di spazzolamento adeguata.
Non è vero che lo spazzolino va cambiato ogni tre mesi.
E’ necessario sostituirlo con uno nuovo quando le setole iniziano a deformarsi e a perdere interezza.
Quanta importanza ha il collutorio nell’igiene orale quotidiana?
Nell’ambito dell’igiene orale quotidiana l’uso del collutorio ha un’importanza relativa, a meno che questo non sia stato prescritto dal dentista in caso specifico.
Quante sedute servono per sbiancare i denti? Quanto è duraturo il suo effetto?
Lo sbiancamento professionale alla poltrona prevede una sola seduta. La durata dipenderà dallo stile di vita del paziente, dal tipo di smalto e dal grado di igiene quotidiana dello stesso.
Perchè in alcuni casi i denti diventano scuri?
La colorazione scura dei denti può essere dovuta a due tipi di fattori: interni ed esterni. Le macchie esterne sono quelle che si formano sulla superficie dello smalto e possono essere dovute al tartaro, al fumo, a cibi come liquirizia, caffè, tè, vino rosso oppure all’uso di colluttori contenenti clorexidina. Queste macchie si tolgono facilmente con la pulizia professionale eseguita dall’igienista, a cui deve far seguito la routinaria igiene orale da parte del paziente per mantenere il risultato. Anche l’età svolge un ruolo importante, perché i denti col trascorrere degli anni tendono a diventare più scuri. I fattori interni, invece, agiscono durante la formazione del dente: in pratica i denti “si formano già macchiati”. Questi fattori possono essere:
l’uso di tetracicline (una famiglia degli antibiotici) durante l’infanzia e soprattutto da parte della madre in gravidanza che dà ai denti una colorazione scura a bande orizzontali;
l’eccesso di fluoro assunto durante l’epoca di formazione dei denti, che causa la fluorosi, cioè una colorazione dei denti “marmorea” che dal bianco latte tende con l’età a virare verso il rossastro, eccezionale nel nostro paese;
la bilirubina nei soggetti talassemici;
anomalie congenite nella formazione dello smalto o della dentina che prendono il nome rispettivamente di amelogenesi e dentinogenesi imperfetta.
Un altro fattore interno è rappresentato dai traumi o da terapie canalari scorrette. In questi, ed altri casi, sono necessari dei sistemi di sbiancamento professionali interni, esterni o combinati.
La procedura sbiancherà anche le corone e le otturazioni?
No, lo sbiancamento dei denti funziona solo sulla parte naturale del dente.
Lo sbiancamento dei denti è efficace e sicuro?
L’efficacia dello sbiancamento dipende fondamentalmente dal tipo di macchie presenti sui denti. Inoltre le sostanze sbiancanti, ovviamente, non agiscono se i denti sono coperti da tartaro o macchie di fumo e nemmeno funzionano sulle otturazioni o sulle corone protesiche. Per questo, è necessario fare prima una pulizia professionale dei denti. I gel sbiancanti, utilizzati abitualmente negli ambienti ambulatoriali, sono a base di perossido di idrogeno, quindi non dannosi per lo smalto. Durante o dopo lo sbiancamento i denti possono diventare temporaneamente più sensibili. Può essere utile in questi i casi associare un gel al fluoro. É questa una metodica sicura che non intacca assolutamente l’integrità del dente in toto.
Quanto si sbiancano i denti?
La tecnica sbiancante utilizzata più frequentemente (gel sbiancante) sbianca fino ad un massimo di 9 gradi di tonalità. Naturalmente ogni tipo di dente reagisce in maniera diversa. In generale il miglioramento si attesta sui 6 - 7 gradi di tonalità. In caso di denti severamente "ingialliti" è possibile che siano necessarie più di una seduta (2 - 3 sedute). Ovviamente il dente mantiene le sue caratteristiche cromatiche con un gradiente che dalla gengiva va verso il margine incisale.
Lo sbiancamento è adatto a tutti?
La procedura sbiancante è sconsigliata ai soggetti con forte sensibilità dentale a cibi e bevande calde e fredde.
CONSERVATIVA
Le vecchie otturazioni in amalgama (color argento) devono essere sostituite?
Non necessariamente. Vengono sostituite nel caso in cui non dovessero essere più idonee o per necessità estetiche del paziente.
L’otturazione che mi verrà fatta sarà visibile?
No, i materiali utilizzati sono materiali estetici e rispettano il colore naturale del dente.
Quando serve l’anestesia?
Ogni qualvolta è necessaria.
Cos’è la carie?
La carie è un processo distruttivo delle strutture mineralizzate del dente, causato da fattori batterici: la presenza di placca, un’alimentazione non corretta e un’igiene poco accurata, possono favorire l’insorgenza della carie. Un ulteriore elemento favorevole alla comparsa di carie è la malposizione dentaria e l’affollamento dei denti.
Perché il dente cariato fa male?
Quando la lesione è iniziale, e interessa soltanto lo smalto del dente (e non ancora, o superficialmente, la dentina) il dente cariato è asintomatico. Quando la carie invade la dentina, inizia ad apparire la sintomatologia, rappresentata da sensibilità al freddo e al caldo, dolenzia ai cibi zuccherati e acidi, e fastidio alla masticazione. Il mal di denti si verifica in uno stadio avanzato, quando i batteri invadono la polpa dentaria, ossia il fascio vascolo-nervoso racchiuso nella parte centrale e vitale del dente.
E’ meglio devitalizzare il dente cariato?
Se la carie è presa in tempo, ossia quando è asintomatica, dunque non percepita dal paziente, ma scoperta dal dentista durante la visita, quasi mai è necessaria la devitalizzazione. Quando è il paziente a recarsi dal dentista, in quanto avverte una cavità e una certa sintomatologia, esiste la fattiva possibilità che il dente vada devitalizzato. Ecco perché è quanto mai indispensabile sottoporsi alle visite periodiche, in modo da intercettare situazioni non avanzate.
Un dente curato, può far male successivamente, anche a distanza di mesi o anni?
Si, è vero. Anche una conservativa ben condotta, può esitare, a distanza di tempo, in un trattamento canalare. Ciò perché comunque il dente subisce una serie di aggressioni, microbiche (carie) e meccaniche (dentista). Inoltre, i materiali dentari possono comunque, anche a una certa distanza di tempo, indurre necrosi della polpa. In genere, una pulpite a distanza, su un dente precedentemente curato, è comunque un evento occasionale che riguarda non più del 5% dei denti curati.
Perché curare il dente cariato e non estrarlo?
Perché il dente svolge importanti funzioni masticatorie ed estetiche, dunque la sua permanenza nel cavo orale si inquadra in una situazione di fisiologia che andrebbe quanto meno mantenuta. Un dente estratto, in genere, va sostituito con un impianto, dunque conservare il dente è fondamentale, e sicuramente costa meno di ogni altra procedura.
Quando un dente deve essere devitalizzato?
Quando una carie è molto profonda, al punto da iniziare a creare dolore spontaneo al paziente, significa che si è già verificata l’invasione batterica a carico del tessuto pulpare, e che il dente deve essere devitalizzato. Inoltre, se un dente inizia a produrre drenaggi purulenti (fistole, ascessi), ciò indica la presenza di una batteriosi canalare, ossia una necrosi completa dei fasci vascolare, con sofferenza apicale. Anche in questo caso il dente deve essere sottoposto a trattamento canalare.
Perché rivestire (incapsulare) il dente devitalizzato?
Il dente devitalizzato risulta particolarmente indebolito sia dal processo carioso che dalle procedure di apertura della camera pulpare e svuotamento canalare. Inoltre, il dente devitalizzato è disidratato, in quanto non più “alimentato” da un fascio vascolo-nervoso. In sostanza, il dente devitalizzato è sempre a rischio di frattura, soprattutto se posizionato nelle zone di masticazione, ossia molari e premolari.
Per tale ragione, in caso di denti devitalizzati soprattutto nei distretti posteriori, dove il carico masticatorio è maggiore, è consigliabile effettuare la ricopertura del dente devitalizzato con corona in ceramica (disilicato di litio) che sarà un ottimo ausilio protettivo per il dente, e consentirà al paziente di svolgere regolarmente gli atti masticatori senza rischiare la frattura e la possibile estrazione del dente trattato endodonticamente.
É consigliabile curare i denti da latte?
Sì, sempre che essi non stiano per cadere lasciando il posto ai corrispondenti denti definitivi, quindi nella fase terminale del riassorbimento delle radici dei denti decidui (da latte).
Perché è necessario curare i denti da latte?
Nei bambini è importante mantenere inalterata, nel corso della crescita nell’attesa della permuta (cambio dei denti), la lunghezza e la forma delle arcate dentarie, in modo da permettere l’alloggiamento dei corrispondenti denti permanenti. La presenza del dente deciduo permette lo sviluppo del dente permanente corrispondente in arcata e dell’osso alveolare dei mascellari deputati ad accoglierlo.
A quale età portare i bambini dal dentista?
A 4-5 anni, in modo da permettere il progressivo avvicinamento, non forzato, all'ambiente odontoiatrico e rendere più facili le eventuali cure dentarie necessarie. A 6 anni, solitamente, si eseguono le sigillature con la comparsa dei denti definitivi. In presenza di carie precoci sui denti decidui (da latte) i bambini devono ovviamente afferire al pedododonzista indipendentemente dall'età, quindi anche prima dei 4 anni. Le cure potranno essere effettuate in anestesia locale per i bambini collaboranti o in sedazione per quelli non collaboranti. Talvolta può succedere che alcune malocclusioni debbano essere trattate molto precocemente, con l'ortodonzia, ancora con solo i denti decidui (da latte) in sede.
Cosa fare se i denti da latte tardano a cadere?
Se il ritardo è simmetrico ed entro tempi accettabili di 1/2 anni si attende, se persiste dovrà intervenire lo specialista.
É possibile prevenire l'insorgenza della carie?
Una corretta igiene orale ed una buona igiene alimentare possono abbassare notevolmente il rischio d’insorgenza di patologia cariosa. Le periodiche visite di controllo dal dentista unitamente alle consigliate sedute d’igiene professionale mantengono sotto controllo la situazione onde evitare l’aggressione precoce della malattia cariosa. In età pediatrica sono consigliabili l’assunzione di fluoro e la sigillatura dei solchi occlusali dei molari e dei premolari appena erotti. In presenza di zone di demineralizzazione si interviene con l'utilizzo di sostanze in grado di proteggere rinforzando lo smalto.
PEDODONZIA
A che età è consigliata la prima visita pedodontica?
L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) consiglia “Primo dente prima visita”. Noi consigliamo di non aspettare oltre i 3 – 4 anni.
A che età è importante iniziare ad usare il filo interdentale?
Secondo l’American Dental Association (ADA) bisogna iniziare ad usare il filo interdentale quando i denti del bambino, una volta erotti, iniziano a toccarsi .
A che età spunteranno i denti permanenti?
L’eruzione dei denti permanenti segue la seguente sequenza:
6 anni primi molari superiori e inferiori
6-7 anni incisivi centrali e laterali superiori e inferiori
9-11 anni canini superiori e inferiori
10-11 anni premolari
12-13 anni secondi molari superiori e inferiori
17-21 anni terzi molari superiori e inferiori
Che cos’è il fluoro? Perchè è importante?
Il fluoro è uno ione componente della molecola di fluoro – idrossiapatite, la principale sostanza del nostro smalto dentale. Questo elemento ha la capacità di ridurre la velocità di formazione ed accumulo della placca dentaria, causa dell’acidificazione della saliva e quindi dell’insorgenza di carie dentali.
Il fluoro inoltre inibisce la formazione di acidi nella saliva riducendone così il potenziale cariogeno; consente infine una riparazione dei cristalli dello smalto, soprattutto nelle fasi iniziali del processo carioso.
Come trattare l’igiene orale del neonato?
Ancora prima della comparsa del primo dentino da latte, dopo ogni pasto è buona abitudine pulire delicatamente le gengive del neonato con una garzina inumidita.
A partire da due mesi di vita del neonato si raccomanda lo spazzolino ditale, uno strumento di gomma con applicate delle morbide setole, ideale per il massaggio delle gengive e la pulizia dei primi dentini .
Il massaggio aumenta la circolazione, allevia i dolori e il prurito facilitando così la dentizione.
Inoltre il bambino abituandosi al ditale è facilitato nel passaggio allo spazzolino da denti.
La frequenza e l’accuratezza con la quale si laveranno i dentini determineranno il livello di igiene orale del bambino.
Cosa comporta la perdita prematura di un dente da latte ?
La perdita precoce di uno o più denti decidui causa: estrusione del dente antagonista, inclinazione dei denti adiacenti allo spazio vuoto e perdita dello spazio all’interno dell’arcata ; questo si può prevenire collocando un mantenitore di spazio, un dispositivo terapeutico intercettivo in grado di mantenere lo spazio del dente perso e di impedire lo spostamento dei denti adiacenti.
Cosa si intende per carie da biberon ?
La carie da biberon meglio conosciuta come BBTD (baby bottle tooth decay) è una sindrome caratterizzata dall’apparizione precoce di carie di rapida evoluzione che colpisce i bambini sotto i 3-4 anni, causata da uno smodato utilizzo del biberon zuccherato e da una scorretta igiene orale.
Cosa si intende per fluorizzazione topica professionale?
Con il termine fluorizzazione si indica un particolare tipo di fluoro-profilassi che si esegue all’interno dello studio dentistico da personale qualificato. Questa procedura che richiede solo qualche minuto, prevede l’applicazione di gel fluorato sulla superficie del dente i cui ioni fluoro, migrando all’interno dello smalto dentale, determinano una sostanziale riduzione di incidenza della carie.
Cosa si intende per respirazione orale?
Si tratta di una condizione patologica in cui il bambino respira dalla bocca anzichè dal naso.
Respirare a bocca aperta può alterare l’intera struttura facciale e la postura del bambino.
I respiratori orali presentano solitamente faccia allungata, zigomi appiattiti, labbra voluminose e flaccide, palato ogivale (stretto) , deformazioni delle arcate dentarie e russamento notturno.
Cosa sono le sigillature? A cosa servono?
La sigillatura dei molari sia decidui che permanenti, è una pratica preventiva contro la carie. Consiste nell’applicazione di un materiale sigillante nei solchi e nelle fossette di questi denti che, a causa della loro conformazione anatomica, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.
Importante però è specificare che la sigillatura non rende immune il dente dalla carie, che potrà comunque formarsi al di la degli spazi sigillati.
Da che età ed in che quantità va somministrato il fluoro?
Dall’età fetale.
Da cosa si riconosce una bocca sana ?
Dai tessuti gengivali che sono rosei, compatti, non infiammati o irritati; quando i denti non sono cariati; quando la funzione masticatoria è corretta e quando la parte interna delle guance e della lingua non presenta anomalie.
E’ normale che ci sia tanto spazio tra un dentino da latte e l’altro ?
Si, anzi questo permetterà la corretta eruzione dei denti permanenti che, essendo di diametro maggiore rispetto al un dente deciduo, troveranno lo spazio giusto per uscire all’interno dell’arcata evitando così problemi di affollamento dentale una volta completata la permuta.
Fino a che età è utile il fluoro?
Fino a 10-12 anni.
Ogni quanto è consigliato effettuare un’igiene orale professionale su un bambino?
Come nell’adulto, anche al piccolo paziente è consigliata un’igiene orale professionale “minor” ogni 6 mesi. Sarà il dentista stesso, in base al livello di igiene orale del bambino, ad aumentare o diminuire l’intervallo di tempo necessario tra una seduta e l’altra.
Perchè i denti da latte sono così importanti?
Per una corretta crescita ossea; per questo motivo una perdita prematura di un dentino da latte o la comparsa precoce di carie può provocare malocclusioni e abitudini viziate che andranno ad interferire con il corretto sviluppo dei mascellari.
2. Per la masticazione corretta
3. Per favorire la regolare eruzione dei denti permanenti che vengono guidati dai denti decidui
4. Per aiutare il bambino a sviluppare una fonetica corretta
5. Per un valore estetico importante per l’autostima del bambino
Quali sono i sintomi più comuni che segnalano l’inizio della dentizione dei bambini e come controllarne il dolore ?
I denti da latte compaiono generalmente tra i 3 e i 6 mesi di vita.
Tra i sintomi più comuni troviamo : irritabilità del bambino , gengiva gonfia ed infiammata , salivazione abbondante e occasionalmente diarrea dovuta all’eccesso di saliva ingerita.
I rimedi che possono dare sollievo al bambino durante la dentizione sono : massaggi delle gengive con o senza pomate , giocattoli gommosi con liquido refrigerante (ad esempio il ciuccio refrigerato è una valida alternativa) e antinfiammatori blandi.
Quando spuntano i dentini da latte ?
Approssimativamente la dentizione nei bambini inizia a 3-6 mesi e si completa tra i 24-30 mesi.
Sequenza dentizione decidua:
3-12 mesi incisivi centrali e laterali superiori e inferiori
12-18 mesi primi molari inferiori e superiori
18-24 mesi canini inferiori e superiori
24-30 mesi secondi molari inferiori e superiori
In generale entro l’anno si completa la dentizione degli incisivi ed entro i tre anni tutti i dentini da latte dovrebbero essere spuntati.
PARODONTOLOGIA
Che cos’è la malattia parodontale?
La malattia parodontale o parodontite (denominata in passato Piorrea) è un’affezione batterica che colpisce le strutture di sostegno del dente: osso alveolare, legamento parodontale e gengiva.
La terapia base per questo tipo di patologia è la rimozione del tartaro sub – gengivale (Curettage).
Che cos’è un lembo parodontale?
Il lembo parodontale è un tecnica chirurgica che permette la levigatura radicolare “A CIELO APERTO”.
In caso di evidenza clinica e radiologica di tasche particolarmente profonde, dove è insufficiente un semplice curettage (rimozione del tartaro sottogengivale) per risolvere l’infiammazione, si ricorre alla chirurgia.
La chirurgia parodontale consiste nell’incidere e scollare le gengive relative a tali zone per levigare a vista le radici dentarie cui è adeso il tartaro, causa della parodontite.
Il fumo ha una correlazione con la malattia parodontale?
Il fumo è uno dei fattori di rischio più significativi nello sviluppo e progressione della malattia parodontale. Le sostanze chimiche del tabacco, in seguito a un qualsiasi intervento parodontale, rallentano i processi di guarigione dei tessuti e rendono i risultati del trattamento meno predicibili.
Qual’è la causa dell’alitosi?
In quasi il 90% dei casi l’alitosi è dovuta ad una scarsa igiene orale però esistono anche una serie di cause che possono aggravare il problema quali scarsa salivazione, problemi parodontali, carie non individuate, infezioni locali, espirazione orale, stress fumo e alcool.
Qual e' la principale causa di perdita degli elementi dentari?
Al contrario di quanto si ritiene comunemente, la causa principale di perdita degli elementi dentari non è la carie, bensì la malattia parodontale. La malattia parodontale, spesso conosciuta con il termine improprio di “piorrea”, è la malattia che colpisce i tessuti che circondano il dente: la gengiva, l'osso che sostiene il dente ed il legamento che ancora il dente all'osso. Si tratta di una patologia molto diffusa che colpisce, a vari livelli di gravità, circa % della popolazione adulta. La gengivite, se non trattata, può progredire in parodontite. Negli stadi iniziali, la parodontite provoca l'inizio della distruzione dell'osso e dei tessuti che circondano e sostengono il dente. La malattia parodontale colpisce dapprima la gengiva attorno al dente: si tratta dello stadio, ancora reversibile, di gengivite. Si formano le cosiddette tasche parodontali, nelle quali si deposita la placca che, calcificando, diventa tartaro. Il tartaro aderisce tenacemente alla radice del dente, ne altera la superficie ed il paziente non è più in grado di rimuoverlo attraverso le comuni manovre di igiene orale domiciliare. La presenza di placca e tartaro sottogengivale è responsabile della progressione della malattia, che, se non trattata, causa la perdita di un dente che, peraltro, può essere perfettamente sano.
Quali sono le cause della malattia parodontale?
La malattia parodontale è una patologia multifattoriale. La causa principale è la placca batterica, in assenza della quale la malattia parodontale non si può sviluppare. Alcune specie batteriche (Porphyromonas gingivalis, Prevotella intermedia e Actinobacillus actynomycetemcomitans) giocano un ruolo basilare nella progressione della parodontite: si tratta dei cosiddetti batteri parodontopatogeni, o indicatori di parodontopatia.
Quali altri fattori concorrono all'instaurarsi della malattia parodontale?
Esiste una serie di fattori che favoriscono l'instaurarsi e la progressione della malattia parodontale; i più importanti sono: il fumo - lo stress - la gravidanza e la pubertà - la presenza di restauri incongrui (otturazioni - corone debordanti) - l'assunzione di alcuni farmaci - il diabete ed altre patologie sistemiche - la predisposizione genetica.
Quali sono i sintomi della malattia parodontale?
I sintomi della malattia parodontale frequentemente non sono evidenti. Il paziente può non avvertire alcun sintomo, oppure talvolta sottovaluta, anche per lungo tempo, questi segni: gengive gonfie ed arrossate gengive sanguinanti alitosi comparsa di spazi tra i denti recessioni gengivali mobilitá dentale. In alcuni casi, particolarmente subdoli, l'aspetto esterno della gengiva può apparire del tutto normale, malgrado la distruzione già avanzata dell'osso. Quasi mai compare il sintomo dolore. Il paziente, più frequentemente, lamenta solo fastidi di modesta entità. Dal momento che i sintomi sono spesso così poco marcati, se il paziente non si sottopone periodicamente a visite di controllo, la diagnosi di parodontite non viene effettuata allo stadio iniziale. La malattia può quindi avanzare e raggiungere uno stadio clinico critico.
Correlazione tra malattia parodontale e condizioni sistemiche
Condizioni Cardiovascolari
I pazienti effetti da patologie cardiovascolari dovrebbero dedicare particolare attenzione alla cura della malattia parodontale, dal momento che sembra che i batteri parodontopatogeni possano entrare in circolo partendo dalle gengive infiammate e causare la formazione di piccoli coaguli o contribuire alla formazione di depositi lipidici a livello delle arterie del cuore.
Diabete
I pazienti effetti da diabete hanno una maggiore probabilità di soffrire di parodontite, probabilmente perché i pazienti diabetici sono maggiormente suscettibili alle infezioni. I pazienti affetti da diabete non controllato sono particolarmente a rischio. Studi recenti hanno dimostrato che la relazione tra parodontite e diabete è biunivoca, dal momento che la malattia parodontale può rendere più difficoltoso il controllo dei livelli di glicemia, aumentando il rischio di complicanze diabetiche. Per questa ragione, i pazienti diabetici affetti da parodontite devono essere trattati per eliminare l'infezione parodontale.
Gravidanza
Le pazienti in gravidanza affette da parodontite cronica dell'adulto hanno una maggiore probabilità di avere un parto pre-termine.
Condizioni Respiratorie
Studi recenti suggeriscono che la malattia parodontale rappresenti un fattore di rischio per le malattie respiratorie. Saranno necessari ulteriori approfondimenti, tuttavia è stato appurato che le infezioni del cavo orale, tra le quali la malattia parodontale, sono associate ad un aumentato rischio per le malattie cardiorespiratorie.
Quali sono gli strumenti diagnostici a disposizione dell'odontoiatra?
La diagnosi di malattia parodontale si basa sull'esame clinico, sull'esame radiografico e, talvolta, sull'esame microbiologico. Per conoscere l'entità delle alterazioni dei tessuti che circondano il dente si seguono delle misurazioni attorno a ciascun dente, dette sondaggi; in base a queste viene compilata una cartella parodontale. Si ha così un quadro preciso della situazione di partenza, che servirà inoltre per verificare nel tempo l'andamento della patologia in seguito alle terapie. La cartella parodontale è uno strumento insostituibile nella pianificazione e nella verifica nel tempo del trattamento parodontale. La serie completa di radiografie è necessaria per la diagnosi ed il piano di trattamento. Un ulteriore supporto nella fase diagnostica è fornito dal test microbiologico, che rivela la presenza di batteri parodontopatogeni grazie ad un esame basato su sonde a DNA. L'esame è del tutto indolore e si pratica su campioni di placca prelevati dalle tasche parodontali. Negli ultimi anni, infine, è stato introdotto il test genetico per la malattia parodontale, che costituisce un importante passo avanti per la prevenzione della parodontite e la “cura mirata” di tale patologia. Si tratta di un'innovazione in linea con le più moderne tendenze della medicina, in cui si riconosce il ruolo del substrato genetico nelle malattie multifattoriali. Anche questo esame è del tutto indolore.
Quali sono le possibilitá di terapia della malattia parodontale?
Trattamento Non Chirurgico - Rivalutazione
Il tipo di trattamento della malattia parodontale dipende dallo stadio raggiunto: spesso nei primi stadi l'unico trattamento richiesto, oltre alla rimozione dei fattori aggravanti, è costituito da una serie di appuntamenti di igiene professionale. È importante rimuovere il tartaro non solo sopra il livello della gengiva, ma soprattutto quello non visibile al paziente: il tartaro sottogengivale.
Trattamento Chirurgico
Se la malattia è avanzata tanto da avere creato delle tasche profonde per la perdita di osso di sostegno, potrebbero essere necessari ulteriori trattamenti. Qualunque sia il trattamento intrapreso, l'obiettivo è di tornare ad una buona salute orale e mettere il paziente in condizioni di mantenerla. Una volta che la malattia è stata arrestata, il paziente viene richiamato regolarmente per il trattamento parodontale di supporto. Questa fase di richiamo periodico è fondamentale in quanto permette di controllare che la malattia sia sottocontrollo.
Come si puó prevenire la malattia parodontale?
Per prevenire la malattia parodontale è necessario spazzolarsi i denti e passare il filo interdentale con cura quotidianamente. I controlli periodici permettono di verificare l'efficacia delle tecniche di igiene orale domiciliare; inoltre la seduta di igiene professionale permette di rimuovere il tartaro che si è formato a causa di una incompleta rimozione della placca: una volta che la placca calcifica e dà luogo alla formazione di tartaro non può essere rimossa senza gli strumenti professionali. Seguendo un semplice programma di igiene domiciliare e professionale si può pertanto conservare uno stato di salute parodontale.
Concludendo, è bene ricordare che, malgrado sia molto diffusa, la malattia parodontale non è inevitabile. Qualora si sia già instaurata, oggi esistono molti mezzi per trattarla efficacemente: l'importante è una diagnosi accurata e precoce. Si possono così evitare cure lunghe e costose mantenendo integra la dentatura per tutta la vita.
ORTODONZIA
A che età la prima visita ortodontica?
La prima visita ortodontica è consigliata a partire da 3 anni di età.
Che cos’è la contenzione?
La contenzione ortodontica mobile o fissa è la fase finale del trattamento ortodontico che favorisce la stabilizzazione della correzione. Questa evita la recidiva post – trattamento.
Che differenza c’è tra un bite e un paradenti?
Sono entrambi dispositivi medici di protezione pensati per coloro che praticano sport.
Riparano la dentatura e le gengive da colpi, contraccolpi e cadute che avvengono durante incontri, partite o gare .
Il primo però viene costruito dall’ortodontista sui modelli individuali e può far parte della terapia ortodontica del bambino; il secondo viene modellato in maniera autonoma da chi lo indossa ed è reperibile in farmacia.
Cosa si intende per deglutizione atipica ?
E’ una deglutizione scorretta presente in alcuni bambini che, se non corretta, si mantiene anche in età adulta.
E’ caratterizzata dalla scorretta posizione della lingua, che si interpone tra le arcate dentarie invece di posizionarsi sul palato.
Se non corretta può essere causa di malocclusione.
Cosa si intende per malocclusione?
Malocclusione significa “cattivo morso” ossia quando i denti dell’arcata superiore non combaciano correttamente con quelli dell’arcata inferiore.
Esistono apparecchi che non si vedono?
Esistono diverse tecniche che fanno dell’ortodonzia un trattamento invisibile. Sarà il dentista ad indicarvi la più idonea al vostro caso in base al tipo di trattamento e al risultato che si vuole raggiungere.
Per quanto tempo dev’essere portata la contenzione?
Dipende dal tipo (mobile o fissa) e dalla durata del trattamento a cui è stato sottoposto il pz.
Per quanto tempo mio figlio dovrà tenere l’apparecchio?
Sarà il caso studio completo del paziente ad indicare per quanto tempo sarà sottoposto al trattamento ortodontico.
Servono radiografie per pianificare un trattamento ortodontico?
Prima di iniziare un qualsiasi trattamento ortodontico è necessario il caso studio individuale del paziente che consiste in lastre (Ortopantomografia + teleradiografia), modelli studio e foto.
INVISALIGN
Che cos'è Invisalign?
Invisalign è un metodo praticamente invisibile- per allineare i denti e migliorare il sorriso senza dover indossare apparecchi fissi. Il sistema Invisalign si avvale di una serie di allineatori trasparenti e rimovibili creati per spostare i denti e ottenere il sorriso che hai sempre desiderato.
Qual è l'età minima per cominciare un trattamento Invisalign?
Grazie alla sua esperienza, il tuo dentista è in grado di utilizzare Invisalign per trattare le malocclusioni della maggior parte degli adulti e adolescenti che desiderano migliorare il proprio sorriso. Se sei un adolescente, parla con il tuo dentista certificato Invisalign per capire insieme a lui se Invisalign Teen può essere il trattamento che fa per te.
Al momento porto un apparecchio ortodontico. Posso passare a Invisalign?
Molti pazienti seguono un trattamento misto che combina apparecchio ortodontico e Invisalign. Verificheremo insieme quel trattamento che meglio ti si addice.
La procedura funziona con l'overbite?
Un dentista Invisalign esperto è in grado di utilizzare Invisalign per trattare l'overbite nella maggior parte degli adulti e degli adolescenti.
Esistono determinate condizioni dentali che precludono la possibilità di un trattamento?
Solo il tuo dentista può stabilire se sei idoneo a un trattamento Invisalign.
I ponti possono essere un problema per il trattamento Invisalign?
I ponti collegano strettamente tra loro due o più denti, opponendo pertanto una notevole resistenza al movimento dei denti. Il tuo dentista saprà dirti se i ponti possono rappresentare un problema per il tuo trattamento. Puoi ottenere i migliori consigli da un medico certificato Invisalign.
Le corone possono essere un problema per il trattamento Invisalign?
Le corone (capsule) solitamente non rappresentano un problema per il trattamento Invisalign. Tuttavia, talvolta vengono fissati ai denti alcuni piccoli composti (della stessa colorazione del dente) chiamati "attacchi", che aiutano a raggiungere determinati movimenti. Gli attacchi sono più difficili da fissare sulle corone rispetto ai denti normali: in questi casi è necessario valutare con attenzione la posizione delle corone. Per ulteriori informazioni, rivolgiti a un dentista certificato Invisalign.
Invisalign è in grado di chiudere i diastemi?
Sì. Gli spazi interdentali sono un problema generalmente facile da risolvere con Invisalign.
L'ATM influisce sul trattamento Invisalign?
Con ATM si indica l'articolazione temporo-mandibolare. Le persone con problemi di ATM possono incorrere in numerosi disturbi all'articolazione della mascella, alcuni dei quali possono esseri aggravati da apparecchi e trattamenti come Invisalign, mentre altri possono migliorare, rimanere invariati o perfino peggiorare. Per scoprire se il tuo problema di ATM può influire negativamente sul trattamento, consulta un odontoiatra certificato Invisalign.
Dopo aver terminato il trattamento Invisalign, è necessario utilizzare una mascherina di ancoraggio?
Indossare una mascherina di ancoraggio è una fase fondamentale dopo qualsiasi trattamento ortodontico, perché consente di mantenere i denti stabili nelle loro nuove posizioni. Se desideri che i tuoi denti rimangano nella posizione ideale per il resto della vita, è opportuno indossare una mascherina di ancoraggio su consiglio del tuo dentista o odontoiatra. In alcuni casi l'ultimo allineatore utilizzato sarà la tua mascherina di ancoraggio temporanea. Il tuo dentista potra` informarti sulle soluzioni di ancoraggio a lungo termine disponibili.
Da quando ho rimosso l'apparecchio ortodontico, i denti si sono spostati. Invisalign può correggere questo problema?
Diversi pazienti Invisalign si sono sottoposti precedentemente, spesso in gioventù, a trattamenti che prevedevano l'uso dell'apparecchio ortodontico. Solitamente Invisalign è in grado di correggere gli spostamenti che si verificano quando vengono rimossi i comuni apparecchi ortodontici.
Vi sono metodiche che permettono di accelerare i tempi di cura ?
Si. C’è la tecnica della piezochirurgia che è una microchirurgia ad ultrasuoni che accelera del 30/40% i tempi tecnici di cura e soprattutto che permette la cura di malocclusioni che altrimenti non potrebbero essere risolte solo con l’ortodonzia o addirittura permette terapie non altrimenti effettuabili; questa metodica viene frequentemente utilizzata nei pazienti adulti.
IMPLANTOLOGIA
Cos’è un impianto dentale?
Un impianto dentale è un dispositivo in titanio inserito chirurgicamente nell’osso mandibolare o mascellare, a cui viene collegata una protesi, fissa o mobile, per la restituzione della funzione masticatoria.
Quanto tempo durerà l’intervento?
Dipende dal tipo di intervento.
Servirà una cura farmacologica?
Prima di essere sottoposto a un intervento chirurgico, è necessaria una copertura antibiotica preventiva, in modo da prevenire eventuali complicanze post – operatorie.
Cos'e' l'implantologia?
L'implantologia è la branca dell'odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti mediante impianti sui quali vengono inseriti i nuovi denti artificiali. Quando si inseriscono nell'osso impianti in titanio puro, l'osso cresce a diretto contatto con la superficie implantare. Questo fenomeno prende il nome di osteointegrazione e permette agli impianti di diventare parte integrante del corpo, come lo sono le radici dei denti naturali.
Cosa sono gli impianti dentali?
Gli impianti dentali sono radici artificiali in titanio che vengono posizionate nell'osso mascellare o mandibolare per sostituire le radici degli elementi mancanti.
Gli impianti dentali sono presidi medico-chirurgico, e pertanto devono essere certificati?
Certamente, anche perché, a partire dal 13 giugno 1998, la legge italiana vieta la commercializzazione di tutti i presidi medico-chirurgici, quindi anche gli impianti dentali, non conformi agli standard di qualità stabiliti dalla Comunità Europea a tutela dei pazienti e dei chirurghi implantari.
Quali vantaggi offre una protesi su impianti osteointegrati?
Nel caso della sostituzione di uno o pochi elementi dentali, i principali vantaggi rispetto ad un ponte tradizionale sono: il mantenimento dell'integrità dei denti adiacenti alla zona edentula, evitando di limare ed eventualmente devitalizzare denti sani. il mantenimento dell'osso alveolare in corrispondenza degli elementi sostituiti da impianti, che andrebbe altrimenti incontro a riassorbimento. L'impianto, infatti, stimola e preserva l'osso come la radice del dente naturale. Nel caso di riabilitazioni più estese, i principali vantaggi della protesi su impianti rispetto ad una protesi mobile parziale o totale sono: il ripristino della capacità masticatoria, che diventa uguale a quella dei denti naturali, con conseguenti benefici nutrizionali e digestivi. Potersi alimentare in modo adeguato è molto importante a tutte le età, ma soprattutto nei pazienti "non più giovani"; il mantenimento delle normali funzioni muscolari facciali, con recupero di un aspetto più giovanile e naturale del viso; l'arresto del processo di riassorbimento dell'osso mandibolare o mascellare conseguente alla perdita dei denti naturali ed all'eventuale uso di protesi mobili; l'assenza di infiammazione gengivale e di dolore correlato all'instabilità di protesi non adeguate; maggiore sicurezza nel parlare e nel sorridere. vantaggi a cui andrete incontro vi permetteranno di migliorare la qualità di vita, l'aspetto estetico ed in senso lato la vostra salute generale.
Come si può contribuire al buon esito dell'impianto?
E' nell'interesse del paziente seguire scrupolosamente la tabella dei richiami fissata dal clinico e fornire notizie di eventuali cambiamenti dello stato di salute generale. Con un impegno medio di 2-4 controlli annuali, e mantenendo una costante e corretta igiene domiciliare si preservano a lungo sia gli impianti che i manufatti protesici.
Quali sono i pazienti candidati all'implantologia?
In questa categoria possono essere inclusi: i giovani che hanno concluso la fase di crescita, di solito 18 anni per le femmine e 20 anni per i maschi, a cui mancano (non sono erotti perché non è presente il germe dentario) alcuni denti permanenti. Pazienti che in seguito a trauma, hanno perso alcuni denti, nell'ambito di una dentatura sana. Pazienti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali estese con ponti fissi che necessitano di rifacimento, i cui pilastri (denti su cui si appoggia la protesi) non danno garanzie di durata. Pazienti portatori di protesi rimovibili parziali (scheletrati) o totali (dentiere complete) che per ragioni funzionali, estetiche o psicologiche necessitano di una protesi fissa. Non ci sono limiti di età tuttavia si deve valutare per ogni caso clinico la reale condizione psico-fisico.
E' sempre possibile ricorrere all'implantologia?
Ogni singolo paziente deve essere esaminato attentamente, in quanto devono esistere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento. Un'altra condizione basilare è che il paziente non sia affetto da parodontopatia in fase attiva (comunemente conosciuta come “piorrea”). Una diagnosi attenta ed un'adeguata terapia parodontale permetterà di sottoporre ad interventi di implantologia anche questa fascia di pazienti. Un altro fattore importante da considerare è il fumo. Recentemente sono state pubblicate ricerche cliniche che dimostrano come il fumo abbia un effetto negativo a livello parodontale ed implantare. I pazienti che fumano più di 10 sigarette al giorno devono essere valutati con molta prudenza. Un'altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da patologie sistemiche non controllate farmacologicamente (malattie che coinvolgono tutto l'organismo quali il diabete, malattie del sangue etc.). Tali malattie possono essere diagnosticate prima dell'intervento attraverso un'attenta anamnesi (storia clinica del paziente), analisi ematochimiche (esami del sangue) e strumentali (radiografie, etc.). Infine, si ritiene idoneo all'implantologia esclusivamente il paziente in grado di mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare e osservare i controlli periodici stabiliti. Il nostro Studio vi fornirà le più moderne istruzioni di igiene orale ed un utile opuscolo informativo.
Nel caso non ci sia sufficiente osso, è completamente impossibile eseguire la chirurgia implantare?
l'utilizzo di membrane ed innesti d'osso autologo (del paziente stesso) o di altri materiali biocompatibili. Ad esempio nell'arcata superiore la presenza del seno mascellare, una cavità posta sopra la regione molare, può in alcuni casi impedire il posizionamento di impianti. E' possibile riempire parzialmente la cavità con un innesto osseo e quindi procedere all'inserimento degli impianti. In alcuni casi gli impianti vengono posizionati contestualmente all'innesto.
Come si svolge l'intervento? Per sottoporsi a questo intervento chirurgico, è necessario essere ricoverati in ospedale?
No. Nella maggioranza dei casi l'intervento può essere eseguito in anestesia locale. Al paziente viene praticata una blanda sedazione per ridurre il livello d'ansia ed aumentare il suo stato di comfort. La sala operativa viene adeguatamente preparata per poter eseguire un intervento di chirurgia orale. Si utilizzano inoltre particolari apparecchiature che ci permettono di verificare il livello di comfort del paziente durante tutto l'intervento. Nei casi più complessi è consigliabile operare in una struttura più specializzata, in sala operatoria con l'ausilio dell'anestesista. In caso di ricovero ospedaliere di solito è richiesta la degenza di una notte. In alcuni casi il paziente può essere dimesso il giorno stesso dell'intervento (interventi in Day-Hospital).
Il trattamento è doloroso?
No. Se l'intervento è ambulatoriale, si opera in anestesia locale utilizzando anestetici appositamente sviluppati per la chirurgia orale. Tali anestetici sono molto efficaci e producono una profonda anestesia. Il paziente non avverte alcun dolore. Terminata la fase chirurgica verranno prescritti farmaci analgesici-antinfiammatori in grado di controllare efficacemente l'eventuale insorgenza del dolore post-operatorio.
Esattamente come si procede?
Il passaggio dall'intervento chirurgico all'inserimento della protesi si articola in due o tre fasi, a seconda del caso clinico:
fase 1 - gli impianti in titanio vengono inseriti nell'osso mediante un intervento chirurgico; segue un tempo di attesa variabile che può andare dai 1,5 ai 6 mesi per permettere all'impianto di osteointegrarsi;
fase 2 - al termine del periodo di osteointegrazione con un piccolo intervento eseguito in anestesia locale, all'estremità dell'impianto viene applicato un pilastro di guarigione, che affiora alla superficie della gengiva;
fase 3 - avvenuta la guarigione della gengiva attorno al pilastro, si procede all'esecuzione del manufatto protesico (cioè del dente artificiale) ed alla sua fissazione all'impianto. In alcuni casi clinici, la prima fase prevede il posizionamento dell'impianto e la connessione del pilastro di guarigione in un unico momento operatorio, per cui dopo l'osteointegrazione si procede direttamente alla fase protesica. Il chirurgo dopo la fase diagnostica illustrerà quale tipo di operatività (una/due fasi) sarà più adatta alla vostra situazione orale. In alcuni casi selezionati è possibile posizionare la protesi fissa provvisoria nella stessa seduta o definitiva qualche giorno dopo al fase chirurgica. Questa metodica si definisce “carico immediato”.
Quanti impianti è necessario posizionare?
Il numero di impianti dipende dal numero di elementi dentali mancanti; ad eccezione delle riabilitazioni totali (paziente senza alcun dente inferiormente o superiormente), di norma si posiziona un impianto per ciascun dente mancante.
Come e' possibile ridurre l'ansia che si prova per un intervento chirurgico?
Quasi tutti i pazienti provano ansia e agitazione prima di un intervento chirurgico e non vi dovete sentire imbarazzati se questo è il vostro caso. Al fine di ridurre questo stato ansioso la sera prima vi verrà prescritto un sonnifero per poter riposare tutta la notte, la mattina dell'intervento vi verrà praticata una sedazione a base di tranquillanti da assumere prima dell'intervento che calmerà la vostra “normalissima” agitazione. Infine è possibile ricorrere all'anestesia generale in ambiente protetto (case di cura o ospedali) per interventi complessi o in caso di pazienti fobici che non possono essere trattati ambulatorialmente in anestesia locale. Per cui non preoccupatevi ci sono diversi livelli di trattamento per ridurre la vostra ansia e paura, fattori assolutamente normali e comuni a tutti i pazienti. Insieme sceglieremo il vostro “livello di sedazione personalizzato”.
Quali possono essere i rischi e le complicanze dell'intervento chirurgico?
I rischi e le complicanze, dal punto di vista generale, sono paragonabili ad un comune trattamento chirurgico odontoiatrico se il paziente è in buona salute. Se durante la fase diagnostica emergono dati clinici che necessitano di approfondimento, si richiederà la collaborazione di altri specialisti. I rischi e le complicanze locali sono assai ridotte effettuando una diagnosi precisa ed utilizzando immagini radiografiche quali la TC (Tomografia Computerizzata). Tuttavia, operando in vicinanza di terminazioni nervose, può talvolta persistere per qualche settimana, al massimo qualche mese, un leggero senso di formicolio. Questa evenienza è rara e in alcuni casi può essere permanente. Tuttavia si verifica più frequentemente quando si opera a livello della mandibola ed è insita nella tecnica chirurgica. In pazienti anziani è più frequente il formarsi di ematomi. Il gonfiore non deve destare preoccupazione: tale evenienza non può essere considerata una complicanza ma un fattore del normale decorso post-operatorio. La terapia farmacologica con antinfiammatori limiterà il gonfiore. Per ogni singola zona operata, saranno fornite tutte le informazioni sui possibili rischi e le complicanze specifiche.
Quali possono essere i rischi o le complicanze tardive delle protesi supportate da impianti osteointegrati?
Le complicanze delle protesi supportate da impianti osteointegrati sono rare. Tuttavia si possono verificare negli anni alcuni inconvenienti di carattere infiammatorio o meccanico: in caso di non adeguata attuazione delle necessarie manovre domiciliari di igiene orale o inosservanza dei controlli periodici stabiliti, gli impianti, come i denti naturali, possono andare incontro a fenomeni di infiammazione causati dalla placca batterica e dal tartaro. Le infezioni batteriche (periimplantiti) non trattate possono progredire fino alla perdita dell'impianto. Al minimo fastidio o dolore, il paziente deve richiedere immediatamente una visita di controllo. Casi iniziali di periimplantiti sono facili da curare! le protesi dentali definitive vengono generalmente fissate agli impianti mediante viti o cementi particolari. Con la prolungata funzione e l'usura, le viti di fissazione delle protesi possono svitarsi o fratturarsi. Il cemento con il tempo può perdere la sua funzione di ritenzione. In tal caso, la protesi comincia ad avere una certa mobilità, ed anche in assenza di dolore o fastidio la protesi deve essere immediatamente riavvitata o ricementata, per evitare danni agli impianti e fratture delle viti di fissazione. Anche in questo caso è molto importante, quindi, che il paziente richieda immediatamente una visita di controllo presso lo Studio.
Esiste la possibilità di rigetto?
No, perché il titanio è un materiale assolutamente biocompatibile, in quanto del tutto inerte dal punto di vista biologico. Esiste, invece, la possibilità di “fallimento implantare”, che può verificarsi immediatamente oppure a medio-lungo termine. Il fallimento immediato (mancata osteointegrazione dell'impianto prima della fase protesica) è un'evenienza estremamente rara (dalla nostra esperienza e dai dati pubblicati in letteratura gli insuccessi immediati rappresentano l'2% - 3% dei casi). Nel caso di riabilitazioni estese o di protesi fisse di più denti su impianti, in fase di programmazione chirurgico-implantare, la progettazione prevede un numero di impianti che consente di avere un "margine di sicurezza" su cui contare in caso di insuccesso. Il fallimento a medio-lungo termine può essere invece causato da un non corretto mantenimento dell'impianto. E' fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici e che curi scrupolosamente la propria igiene orale. Durante la fase di mantenimento parodontale ed implantare che si articola in 2-4 richiami nell'arco dell'anno, il paziente oltre alle normali procedure di igiene professionale sarà sottoposto ad uno scrupoloso controllo clinico degli impianti ed una volta all'anno ad un controllo radiografico.
Cosa succede in bocca quando un impianto fallisce?
Il danno biologico residuo nel caso di un fallimento implantare con i moderni impianti è inesistente. La perdita dell'impianto è paragonabile all'estrazione di un dente monoradicolato (ad es. un incisivo), e non pregiudica la possibilità di posizionare un altro impianto immediatamente o dopo guarigione avvenuta (dopo 2-3 mesi).
Quanto dura un impianto dentale?
Quando un impianto si è integrato con l'osso non c'è limite alla sua durata, purché il paziente mantenga una scrupolosa igiene domiciliare e si sottoponga a controlli periodici e la riabilitazione sia eseguita nel rispetto di corretti parametri tecnici.
Si può reintervenire a livello delle protesi su impianti?
Si tutte le protesi su impianti sono fissate agli impianti stessi mediante viti o cementi particolari e possono essere rimosse dal protesista qualora se ne rilevi la necessità. Il paziente non può rimuoverle, e a tutti gli effetti appaiono e funzionano come denti naturali.
Ogni quanti anni i denti artificiali connessi agli impianti richiedono un rifacimento?
I manufatti protesici su impianti presentano una sopravvivenza paragonabile alle protesi sui denti naturali. Dopo un certo periodo di utilizzo, le protesi necessitano di essere rifatte. Questo dipende dal tipo di materiale con cui è costruita la protesi e dalla condizione clinica di ogni singolo paziente. Il protesista potrà fornire una “aspettativa media personalizzata”, delle vostre protesi che possiamo stimare in media intorno ai 12 anni.
Quali sono le alternative terapeutiche per ripristinare i denti mancanti o per stabilizzare le protesi totali rimovibili (dentiere)?
Le soluzioni alternative agli impianti osteointegrati comprendono: Nessun trattamento. Tuttavia, in alcuni casi la perdita di anche un solo elemento dentario, può causare problemi estetici e funzionali con conseguente squilibrio a livello dell'apparato masticatorio. Protesi totali. In molti casi, in modo particolare a livello della mandibola, la stabilità delle protesi totali è insufficiente a causa dell'atrofia della cresta alveolare edentula (dell'osso dove mancano i denti). Le protesi totali, inoltre, trasmettendo il carico masticatorio direttamente sulle creste edentule provocano un lento e progressivo riassorbimento dell'osso. Tale riassorbimento può, a lungo termine, rendere più difficoltoso il trattamento mediante impianti osteointegrati. Protesi parziali rimovibili ancorate ai denti residui (scheletrati). Gli scheletrati, inevitabilmente, trasmettono un ulteriore carico ai denti naturali residui ai quali si ancorano. Inoltre, come le protesi totali, trasmettono direttamente il carico masticatorio alle selle edentule (zone dove mancano i denti) accelerandone l'atrofia. Ponti fissi. In caso di perdita di un singolo elemento con denti vicini sani, il trattamento con un impianto, che supporta il dente mancante al posto del tradizionale ponte a tre elementi, permette di evitare la preparazione protesica dei due elementi dentari sani contigui. In caso di perdita di più denti, bisogna valutare caso per caso vari fattori e questo può essere fatto solo attraverso una visita clinica approfondita.
IMPLANTOLOGIA ANKYLOS
L'impianto viene rilevato con un beep, per esempio nei controlli aeroportuali?
No, gli impianti non sono magnetici e non provocano nessuna reazione nei rilevatori.
C'è la possibilità di un'allergia agli impianti?
Da oltre quarant'anni non sono note intolleranze agli impianti di titanio. Il materiale non ha componenti allergenici e nell'organismo si comporta in modo del tutto neutro.
Per l'inserimento degli impianti è necessaria un'anestesia totale?
No, con un'anestesia locale la sensazione di dolore nell'osso mascellare può essere completamente soppressa. Quando la sede dell'impianto nell'osso viene preparata e l'impianto viene inserito, il paziente avverte una vibrazione e una leggera pressione, ma non sente dolore. Se ciò malgrado Lei preferisce "dormire", il Suo implantologo Le fornirà informazioni in merito all'anestesia totale
Mi servono solo singoli impianti, però nel complesso vorrei denti più bianchi, più belli. Quali soluzioni ci sono?
Il dentista può spesso schiarire i denti scuri con un bleaching. Denti anteriori scuri possono essere rivestiti con resina o piccole faccette in ceramica, i cosiddetti Veneers. Le corone per gli impianti vengono subito realizzate in una sfumatura più chiara o adattate alla nuova forma del dente. Ne parli con il Suo dentista.
Che cosa si intende esattamente con "carico immediato"?
Normalmente all'inserimento dell'impianto segue una fase di assimilazione senza carico. Con questa procedura un provvisorio tradizionale chiude temporaneamente la lacuna. Se il dentista rileva una situazione ossea ottimale, eventualmente è possibile anche un cosiddetto carico immediato degli impianti. Questo significa che un provvisorio di alta qualità o una protesi vengono fissati direttamente sull'impianto appena inserito. Così Lei può avere impianti e denti fissi in uno stesso giorno. Ne parli con il Suo implantologo e lo interroghi su questa possibilità.
Quale materiale dentale viene usato per le corone?
La maggior parte delle corone e dei ponti sono realizzati in metallo o leghe metalliche e il rivestimento è in ceramica. L'alternativa estetica sono le ceramiche integrali. Grazie alla sua resistenza, la ceramica di ossido di zirconio è particolarmente indicata per la protesi supportata da impianti, sia per denti singoli che per ponti estesi.
Che cosa mi aspetta nel colloquio di consulenza?
L'implantologo discute dettagliatamente con Lei su situazione di partenza, iter e desideri concreti. Prima del colloquio, si informi sulle possibilità fornite dall'implantologia. Nel settore 'Pazienti' abbiamo raccolto per Lei ampie informazioni. Si ricordi di comunicare eventuali patologie generiche o farmaci che deve assumere regolarmente.
I denti supportati da impianti trasmettono una sensazione diversa dai denti naturali?
Mentre si parla, si mangia e si ride, i denti supportati da impianti Le trasmettono una sensazione della bocca del tutto naturale. Lei non avverte nessuna differenza.
Quanto viene a costare un trattamento implantare?
Le spese possono variare a seconda del trattamento e del numero degli impianti. Un chiarimento più preciso sulle spese da affrontare Le sarà fornito prima del trattamento nel piano terapeutico e delle spese che il Suo implantologo avrà cura di presentarLe.
Come curo i denti sugli impianti?
Lei può pulire i denti supportati da impianti in modo altrettanto semplice con spazzolino (elettrico) e dentifricio, come faceva con i predecessori naturali. Particolarmente importante è la pulizia degli spazi interdentali e delle zone ai margini della gengiva. Qui si depositano rapidamente germi che possono aggredire la gengiva e nel corso del tempo anche l'osso mascellare attorno all'impianto. Con il filo interdentale o con piccole spazzole per la pulizia interdentale, però, è possibile evitarlo.
Posso inserire un impianto anche se soffro di diabete?
Sì, solo che dovrebbe seguire una terapia ottimale. Se il diabete non è adeguatamente trattato o non lo è del tutto, può pregiudicare i processi di guarigione a causa del metabolismo. In caso di dubbio, l'implantologo si consulterà con il Suo medico di base.
Avrò dolori dopo l'intervento?
Nei primi giorni probabilmente la gengiva sarà ancora sensibile. Eventualmente la guancia può subire un gonfiore temporaneo e si può avvertire una sensazione sgradevole. La maggior parte dei pazienti, però, il giorno dopo non ha bisogno nemmeno di un antidolorifico e può riprendere normalmente la vita di tutti i giorni.
Di nuovo a casa: le prime cose da fare.
Nelle prime ore dopo l’operazione tenere ripetutamente fredda la guancia dall’esterno. In questo modo si evitano gonfiori o perlomeno li si limitano notevolmente. La cosa migliore è prepararsi prima dei cubetti di ghiaccio o due accumulatori di freddo da alternare.
Seduti o distesi. Che cosa è meglio dopo l’operazione?
Quando si è distesi, la pressione sanguigna nella testa sale. Di conseguenza, durante le prime ore dopo l’operazione, è meglio rimanere seduti. Ma anche un movimento moderato fa bene. Una passeggiata alla sera stimola la circolazione sanguigna e linfatica. Tuttavia, per alcuni giorni, sarà meglio evitare sforzi e attività sportive.
Come devo comportarmi con cibi e bevande?
Con il cibo e le bevande calde bisogna assolutamente attendere finché è scomparso l’effetto dell’anestesia locale. Altrimenti sussiste il pericolo di scottarsi o mordersi accidentalmente la guancia. Se si ha sete quando si avverte ancora l’effetto dell’anestetico, la cosa migliore è bere acqua.
Che cosa è meglio mangiare dopo l’operazione?
Finché i punti non sono stati tolti, l’ideale sono i pasti leggeri, come verdura, insalata o pesce. Gli alimenti collosi, contenenti farina e duri, faticosi da masticare, possono causare infiammazioni. Quindi è meglio evitarli.
Il caffè può nuocere?
Il caffè può favorire le emorragie e ostacolare la guarigione della ferita. Lo stesso vale per tè nero, Coca Cola, alcool e nicotina. Quindi, nei primi giorni dopo l’operazione, sarebbe meglio rinunciarvi completamente.
Si può masticare sulla ferita fresca?
Finché la ferita non è del tutto rimarginata, si dovrebbe masticare sempre sull’altro lato. Comunque non è grave se la ferita entra in contatto con generi alimentari. Dopo l’assunzione di alimenti, sciacquare bene la bocca con acqua calda.
Quando si può riprendere a lavare i denti?
Si possono lavare i denti già il giorno dell’operazione. Entro il giorno successivo lo si deve assolutamente fare per evitare che nel cavo orale si formino placca e batteri che favoriscono le infiammazioni . Tuttavia si deve evitare la zona della ferita. E’ meglio utilizzare uno spazzolino morbido, qualora si passasse per sbaglio sulla ferita, non spazzolini elettrici né idropulsori.
Avvertirò dolori al termine dell’anestesia?
A seconda del numero di impianti inseriti, possono sicuramente insorgere dolori. Normalmente però si tratta di dolori che passano con l’assunzione degli antidolorifici comunemente in commercio. La prima notte si consiglia di dormire con la testa un po’ sollevata per evitare un afflusso eccessivo di sangue alla testa.
La ferita è molto sensibile?
La sensibilità si riduce di giorno in giorno. Per evitare irritazioni o infiammazioni, non toccare le ferite con la lingua o con le dita.
La ferita può sanguinare ancora dopo la sutura?
Poco dopo l’operazione sono del tutto possibili lievi perdite di sangue goccia a goccia che rientrano nella norma. Tuttavia, se dopo ore o giorni, la ferita riprende a sanguinare veramente, qualcosa non quadra ed è necessario contattare immediatamente il proprio medico.
Quando vengono tolti i punti?
Solitamente i punti vengono tolti 7 - 10 giorni dopo l’inserimento degli impianti. Il medico stabilirà la data esatta.
Cosa succede dopo che sono stati tolti i punti?
Dopo aver tolto i punti l’impianto deve innanzitutto assimilarsi. A seconda del sistema di impianto DENTSPLY Friadent che il dentista ha scelto, alcune settimane dopo sarà inserita una vite di guarigione sull’impianto, che darà forma alla gengiva. Questa vite sarà poi sostituita poco tempo dopo dalla protesi definitiva.
Dà fastidio la vite di guarigione?
Praticamente no. La maggior parte dei pazienti si abitua nel giro di poche ore. Ma anche qui vale ciò che si è detto per gli impianti: evitare di passarci sopra la lingua o le dita. E pulire solo leggermente con lo spazzolino da denti.
Che cosa bisogna considerare nella cura dei nuovi denti?
In linea di massima le corone o i ponti supportati da impianti richiedono la stessa cura dei denti naturali. E cioè lavare bene i denti due volte al giorno e una volta al giorno pulire gli spazi interdentali. Inoltre con gli impianti - e ciò è particolarmente importante – pulire gli interspazi impianti-gengiva. La cosa migliore è pulire questi punti alla sera con uno spazzolino sottile per gli spazi interdentali.
Come si cura la protesi estraibile?
Se si porta una protesi su impianti, ricordarsi di pulire non solo la protesi ma anche i collegamenti che spuntano dalla gengiva due volte al giorno con lo spazzolino da denti. Anche qui è importante: pulire una volta al giorno con lo sottile spazzolino per gli spazi interdentali la regione attorno al collegamento con il mascellare.
Perché questi interspazi sono così importanti nella pulizia?
In questi punti i batteri che si trovano nei residui di cibo e nella placca possono insediarsi molto facilmente nella gengiva e penetrare nell'osso. Ne conseguono infiammazioni che nel peggiore dei casi possono persino provocare la perdita dell'impianto.
Si possono pulire gli interspazi anche con il filo interdentale?
Certo che si può. Tuttavia, durante il movimento rapido con il filo interdentale, sussiste il pericolo di ferire la gengiva. Gli spazzolini interdentali sono più morbidi, sicuri ed efficienti. Il team per l'igiene dentale del dentista, che si occupa regolarmente ella cura professionale dei Suoi denti, Le indicherà come usare correttamente lo spazzolino.
Che cosa accade effettivamente durante la pulizia professionale dei denti?
Nella cosiddetta pulizia professionale dei denti le assistenti appositamente addestrate rimuovono anche le placche nascoste e dure che Lei non riesce a togliere con lo spazzolino da denti o con lo spazzolino interdentale. Inoltre le superfici dei denti vengono lucidate a fondo affinché non si possano formare sedimenti anche scarsi.
Con che frequenza si deve fare la pulizia professionale dei denti?
Con due o tre sedute all'anno i Suoi impianti normalmente sono protetti in maniera ottimale. Decisiva è tuttavia la situazione individuale del paziente. Se Lei, per esempio, ha difficoltà con l'uso dello spazzolino interdentale oppure nei Suoi denti tende ad accumularsi tartaro, il Suo dentista Le consiglierà eventualmente sedute di igiene dentale più frequenti.
Qual è lo spazzolino corretto?
Al termine della guarigione è meglio usare uno spazzolino medio-duro con setole arrotondate e a pennello. Con gli spazzolini duri o di qualità scadente, soprattutto se impiegati con molta pressione, sussiste il pericolo che la gengiva nella zona circostante gli impianti - ma anche i colletti dentali naturali - receda. Per questa ragione è meglio che si faccia consigliare dal Suo dentista lo spazzolino migliore e la tecnica di pulizia corretta.
Si può usare uno spazzolino da denti elettrico?
Gli spazzolini da denti elettrici non puliscono meglio o peggio di quelli manuali. Se si è abituati ad un modello elettrico e si è soddisfatti, non c'è nulla in contrario ad usarlo anche per i denti supportati da impianti.
L'idropulsore è consigliabile?
Le opinioni in merito sono contrastanti. Da un lato l'idropulsore ha un buon effetto pulente, dall'altro però, in presenza di un getto d'acqua troppo forte, può portare anche a lesioni della gengiva e spingere i batteri proprio sotto la stessa. Se sinora non ha utilizzato nessun idropulsore, non è il caso di iniziare ora che porta degli impianti.
Si possono utilizzare dentifrici sbiancanti se si hanno impianti?
Se utilizzati costantemente, i dentifrici con particelle abrasive grossolane possono irruvidire la superficie delle corone nuove, con conseguente accumulo di una placca sottile. Inoltre le superfici graffiate si decolorano più facilmente. Per l'utilizzo quotidiano si dovrebbe perciò scegliere un normalissimo dentifricio senza effetto sbiancante.
Il collutorio è adatto?
Il collutorio va bene per sciacquarsi la bocca dopo uno spuntino o per rinfrescarla ogni tanto. Determinati prodotti però possono favorire le infiammazioni. Attenzione ai farmaci da banco: se si avvertono problemi alle gengive per più giorni oppure in presenza di sanguinamento durante la pulizia dei denti, rivolgersi sempre al dentista.
Quante sedute sono necessarie per le mie nuove radici dentali?
Questo dipende dall'entità e dal tipo di trattamento. Per la consulenza in genere basta un appuntamento. Nella seduta successiva si effettua la visita preliminare e si elabora un piano per il trattamento. Solitamente le "radici nuove" vengono inserite poco tempo dopo, nel corso di una seduta operativa, e la gengiva viene nuovamente suturata. Uno o due giorni dopo l'intervento, la ferita viene controllata. Passati dieci giorni circa, si tolgono i punti. Quindi ha inizio la fase di assimilazione, che di regola prosegue senza altre visite mediche.
C'è un'età minima per gli impianti?
Al momento dell'inserimento dell'impianto la crescita ossea dovrebbe essere conclusa. In media, attorno ai 18 anni si può dire che sia giunta al termine. In caso di dubbio, lo si può stabilire semplicemente con una radiografia del carpo.
Ci sono interazioni con farmaci?
Con determinati farmaci questa possibilità sussiste. In caso di assunzione regolare, deve assolutamente informarne il Suo implantologo. Il cortisone, per esempio, può cambiare il metabolismo e il sistema immunitario dell'organismo, con conseguenti problemi durante la guarigione. Farmaci inibitori dell'emoagglutinazione possono causare forti emorragie durante l'operazione di inserimento dell’impianto.
Ha senso inserire impianti anche nei fumatori?
Il successo a lungo termine degli impianti può essere senz'altro messo a rischio dal fumo. Nei parli con il Suo dentista. Lui può valutare i rischi individuali.
Gli impianti possono essere inseriti anche subito dopo l'estrazione?
Sì, in tal caso si parla di impianto post-estrattivo. L'impianto viene inserito subito dopo l'estrazione di un dente nella ferita ancora fresca [da non confondere con il carico immediato degli impianti].
L'inserimento dell'impianto viene eseguito in ambulatorio?
Sì, l'implantologo esegue il trattamento delicatamente e in ambulatorio sotto anestesia locale. Anche più impianti possono essere così inseriti in un'unica seduta.
Quando posso ricominciare a lavorare?
Dietro accordo con l'implantologo. Di regola si può riprendere il ritmo quotidiano normalmente il giorno dopo e andare a lavorare.
Ci sono malattie che escludono l'inserimento di impianti?
Normalmente no. Chi soffre di una malattia generalizzata grave, come per esempio malattie cardiache o circolatorie, osteoporosi, accresciuta tendenza all'emorragia, o ha un sistema immunitario indebolito, deve assolutamente informarne l'implantologo.
Con una protesi supportata da impianti posso addentare e mangiare normalmente?
Sia che Lei abbia una corona, un ponte o una protesi su impianti: Lei può mangiare, mordere, parlare e ridere come con i Suoi denti permanenti.
Di quale materiale sono composti gli impianti?
Gli impianti Friadent sono composti da titanio medico puro. Il materiale è stato collaudato così bene che nel frattempo viene utilizzato nella produzione del 99 percento di tutti i sistemi di impianti dentali. Ha un altissimo grado di stabiltà e viene assimilato ottimamente dall'organismo. Inoltre il titanio concresce saldamente con il tessuto osseo. Anche il colore grigio argento del titanio non costituisce uno svantaggio perché gli impianti, come le radici naturali del dente, sono completamente inseriti nell'osso mascellare e quindi non sono visibili.
Durante la notte devo estrarre una protesi sostenuta da impianti?
Una protesi sostenuta da impianti normalmente è così salda che può essere portata senza problemi anche di notte. Se lo si desidera, si può portare la protesi 24 ore su 24. Una protesi tradizionale tuttavia di notte dovrebbe essere tolta, perché durante il sonno può staccarsi ed eventualmente bloccare le vie respiratorie.
Gli impianti condizionano un pacemaker?
No, perché gli impianti non hanno nessun effetto elettromagnetico e quindi non rappresentano un pericolo per il funzionamento di un pacemaker.
Ci sono differenze di qualità negli impianti?
Come in quasi ogni prodotto, anche negli impianti ci sono differenze di qualità. Si faccia consigliare nei dettagli dal Suo implantologo e gli chieda informazioni sulle sue esperienze a lungo termine. Si informi anche sulla disponibilità duratura degli elementi sostituitivi qualora la Sua protesi dovesse essere sostituita.
Perché posso fidarmi degli impianti Friadent?
Gli impianti Friadent sono prodotti tedeschi di qualità, frutto di ricerca e sviluppo pluridecennale e di esperienza clinica documentata. Vengono realizzati con la massima precisione ed imballati in camere controllate. A partire dall'acquisto dei materiali di base, tutta la catena produttiva sottostà a severissimi standard di qualità certificati. La nostra gamma di prodotti comprende tre sistemi con impianti di forma diversa, in varie misure e lunghezze, quindi l'implantologo può scegliere esattamente la soluzione adatta per Lei. Tutti gli impianti sono in puro titanio medico e hanno una superficie di ossido di titanio microstrutturata unica nel suo genere, la quale supporta attivamente i processi di guarigione dell'osso. La caratteristica della superficie altamente sviluppata fa sì che le cellule ossee possano disporsi direttamente sull'impianto e attorno al nuovo osso. Gli impianti Friadent offrono perciò le premesse migliori per un'assimilazione ottimale e una tenuta stabile duratura. Inoltre i sistemi Friadent offrono soluzioni di alta valenza estetica per corone, ponti e protesi, per ogni esigenza e per ogni situazione iniziale. Qualora la protesi fissata su impianti Friadent dovesse essere sostituita, si può esser certi che, anche dopo anni, il dentista avrà a disposizione tutti gli elementi necessari, in tutto il mondo.
Quando può rendersi necessaria una ricostruzione ossea?
Quando nell'osso mascellare mancano denti per un periodo prolungato, e quindi il naturale carico masticatorio, lentamente l'osso recede. Se la sostanza ossea è così indebolita o sottile che un impianto non trova più nessun supporto, può rendersi necessaria una ricostruzione ossea. Il tessuto osseo viene ripristinato nel modo più delicato possibile con tessuti endogeni o materiale osseo sostitutivo. Il materiale per la ricostruzione viene collocato direttamente sull'osso e gradualmente convertito dall'organismo in sostanza ossea resistente al carico. In questo modo l'osso può essere allargato o alzato. Nella mascella posteriore l'osso viene alzato per lo più attraverso un cosiddetto rialzo del seno mascellare. Così si evita che una parte dell'impianto sporga nel seno mascellare. Spesso è possibile effettuare la ricostruzione ossea direttamente durante l'inserimento dell'impianto. Però può anche essere necessario un intervento ambulatoriale a parte in una seduta antecedente.
L'impianto è connesso a rischi?
L'inserimento di un impianto è una piccola operazione. Complicazioni durante l'operazione, come lesioni di nervi e vasi sanguigni, in realtà sono sempre possibili. Tuttavia oggigiorno, grazie alle possibilità della diagnostica e della pianificazione, questi rischi si possono ampiamente escludere. Eseguito da un implantologo qualificato, l'inserimento di un impianto non presenta più rischi dell'estrazione di un dente del giudizio. Anche il rigetto improvviso di un impianto completamente assimilato è molto raro. In casi eccezionali può però accadere che l'osso non racchiuda l'impianto con sufficiente stabilità. Dunque non sarebbe abbastanza resistente al carico e molto probabilmente dovrebbe essere rimosso in anestesia locale. Normalmente però, se il paziente lo desidera, si può reinserire un altro impianto.
E se un impianto si infiamma?
Rilevate in tempo, le infiammazioni, causate per lo più da batteri, si possono sottoporre a terapia con esito positivo. Se Lei va ai controlli e alle sedute di profilassi con costanza e si lava regolarmente i denti, non avrà nulla da temere.
Una protesi sostenuta da impianti può essere sostituita od estesa?
Sì, la protesi può essere sostituita o modificata in qualsiasi momento. Un impianto FRIADENT per dente singolo può essere trasformato senza problemi, anche dopo anni, in un pilastro per un ponte o una protesi.
Ho già una normale protesi totale. Per il fissaggio degli impianti me ne serve una nuova?
Se la protesi esistente garantisce un carico ottimale degli impianti e una buona funzione masticatoria, può essere ritoccata per un fissaggio di impianti. Ne parli con il Suo dentista.
Che cosa accade se va perso un dente naturale che è integrato come pilastro nella protesi?
Se un dente deve essere estratto, per esempio a causa di un'infiammazione della radice, di regola può essere rimpiazzato senza problemi con un altro impianto. Il supporto, ed eventualmente anche la protesi, vengono poi ritoccati di conseguenza.
Si può praticare attività sportiva dopo l'inserimento di impianti?
Dopo l'inserimento di un impianto il moto non costituisce assolutamente un problema. Per le attività che richiedono un certo impegno fisico, dovrebbe prima consultarsi con il Suo implantologo. Per non pregiudicare la guarigione della ferita, si consigliano alcuni giorni di pausa.
Quanto dura un impianto?
Dopo la fase di assimilazione, un impianto di qualità inserito a regola d'arte resiste a determinati fattori di condizionamento meglio della radice naturale del dente. Un impianto in titanio caricato in modo ottimale non si rompe e non può cariarsi. Con una regolare igiene orale Lei può mantenere gengiva e sito implantare sani. Così gli impianti possono durare per tutta la vita.
Quando e come vengono messi i denti sull'impianto?
Con un andamento normale della guarigione, dopo sei mesi circa gli impianti sono ben assimilati nella mascella e dopo tre mesi circa nella mandibola. Ora si possono fissare le corone nuove. Innanzitutto vengono nuovamente scoperte le "teste degli impianti". Su queste vengono applicate delle cappette provvisorie che modellano correttamente la gengiva. Quindi viene rilevata l'impronta, che all'odontotecnico serve da modello per la realizzazione della protesi. Dopo aver stabilito con esattezza il colore e in segito alla prova, la protesi viene fissata saldamente sugli impianti.
Durante il trattamento e nella fase di assimilazione sono senza denti?
Se prima si portava una protesi estraibile, di solito si può continuare a portare questa protesi adattandola un po'. Altrimenti la lacuna viene chiusa con un provvisorio. Con determinate premesse il provvisorio può essere fissato subito sull'impianto, quindi si tratta di un cosiddetto 'provvisorio a lungo termine'.
PROTESI
Che prodotti dovrò usare per la pulizia della protesi?
L’igiene ottimale della protesi mobile si ottiene associando al normale spazzolamento, l’utilizzo di pastiglie o soluzioni a base di ossigeno nascente che, se usati periodicamente, disinfettano la protesi inibendo la crescita di batteri. Alcuni di questi prodotti hanno un’azione a lungo termine contro la placca dentale, impedendone l’accumulo sui denti nel corso della giornata. Dopo averla immersa nella soluzione pulente è importante lavare la protesi sotto abbondante acqua corrente.
Ogni quanto devo pulire la protesi mobile?
La manutenzione ottimale delle protesi dentarie prevede una scrupolosa cura igienica. E’ di fondamentale importanza una spazzolatura quotidiana con apposito spazzolino in acqua fredda dopo ogni pasto.
L'aspetto del viso cambierà dopo aver fatto una protesi dentarie?
Sicuramente si. Infatti sia le labbra che le guance avranno con la protesi un migliore sostegno. Questo migliorerà l'aspetto delle vostre labbra, del vostro volto e del profilo (ringiovanendolo). Inoltre avrete più facilità nei rapporti sociali, grazie al sorriso che la protesi vi donerà con i suoi elementi dentari, che devono essere rapportati ai lineamenti del vostro viso. Potrete mostrare il vostro nuovo sorriso senza alcuna timidezza.
La protesi mobile deve essere portata sempre?
I primi giorni è opportuno abituarsi alla protesi, cercando di portarla il più possibile. La protesi nuova all'inizio può provocare piccoli arrossamenti o ulcere, in questo caso bisogna rivolgersi subito al dentista per ritoccarla scaricandola nei punti di fastidio. Una volta passata questa fase solitamente può essere indossata anche di notte.
Quanto tempo passerà per abituarmi alla protesi?
In poche settimane ci si abitua ad una nuova protesi,inizialmente si potrà avere la sensazione di avere una bocca piena e ci potrebbe essere un incremento della salivazione.
Qual è l'alimentazione corretta per abituarmi a mangiare con la nuova protesi mobile?
Per abituarsi a mangiare e quindi gustarsi i cibi è bene, se si incontrano difficoltà, cominciare con questi allenamenti: inizialmente cominciare con una dieta semiliquida, introducendo un poco alla volta cibi morbidi e tagliati a pezzeti piccoli. Usate quando masticate tutte e due le parti della bocca. Non usare i denti incisivi per tagliare i cibi (pane, frutta, ecc. ). É sconsigliato mangiare cibi duri. Cercate di mangiare cibi non eccessivamente caldi.
Quale esercizio posso fare per abituarmi a parlare con la nuova protesi?
Questi che vi proponiamo sono solo consigli per abituarvi a parlare con la protesi, se avete delle difficoltà, ovviamente ognuno di voi potrà avere maggiori risultati provando altre metodiche più adatte a se stesso. Leggere ad alta voce, pronunciare parole difficili, provate a parlare più lentamente. Mettetevi, quando provate, davanti ad uno specchio. Se la protesi si muove, rimettetela a posto facendo attenzione di riposizionarla delicatamente al posto giusto, poi chiudete la bocca deglutendo. Provate a ridere. In presenza di instabilità non prevista della protesi avvisate il vostro dentista che provvederà a stabilizzarla.
Perchè anche con una dentiera perfettamente modellata si può avvertire una sensazione di instabilità?
Può succedere specialmente durante i primi tempi di utilizzo della protesi nuova o ribasata, come conseguenza del fatto che i muscoli della bocca non sono abituati a questo corpo estraneo e la lingua agisce come una leva per controllarne la stabilità. In questo caso l'uso di pasta adesiva vi aiuterà ad abituare i muscoli e vi permetterà di mangiare senza temere situazioni imbarazzanti.
Il cibo si può infiltrare tra la dentiera e la gengiva?
No, purchè abbiate una dentiera aderente alla gengiva. In caso contrario consultate il vostro dentista; una ribasatura (per ristabilire il perfetto contatto di tutta la superficie della dentiera con la mucosa) può risolvere il problema. Provvisoriamente, l'uso di un adesivo, può garantire una perfetta aderenza, evitando che i residui di cibo si infiltrino negli spazi vuoti, fermentino e creino problemi di alitosi. Con il passare del tempo è normale che si creino spazi vuoti tra protesi e gengiva dovuti al naturale ritirarsi dei tessuti ossei e gengivali per la pressione della protesi. É opportuno eseguite controlli routinari per evitare disturbi da protesi mobili e fare ribasature delle protesi quando consigliato.
Come si pulisce una dentiera dopo aver usato un adesivo insolubile?
La semplice acqua non sempre è sufficiente a garantire una perfetta pulizia. In particolare, con gli adesivi insolubili è utile usare le compresse detergenti perchè studiate apposta per sciogliere i residui di pasta adesiva.
Come faccio ad avere una dentiera sempre come nuova?
L’igiene della protesi e delle mucose è assolutamente importante anche in presenza di protesi mobile e vi preserverà da fastidiose infiammazioni.
ORTODONZIA ESTETICA
L’ortodonzia “linguale” è vera ortodonzia?
Sì. L’unica differenza è che la tecnica linguale lascia completamente libere le superfici visibili dei denti.
Se metto l’apparecchio linguale avrò fastidio quando parlo?
No. I bracket (ovvero le placchettine di metallo) che si utilizzano nel nostro studio per l’ortodonzia linguale e i fili sono talmente sottili e miniaturizzati che l’ingombro è minimo, quasi nullo.
Vorrei riallineare i miei denti ma non si deve vedere che porto l’apparecchio. Cosa mi consigliate?
Ad oggi, per la nostra esperienza, il miglior trattamento di ortodonzia estetica a cui un paziente si può sottoporre è l’ortodonzia linguale.
Qual’è un apparecchio ortodontico innovativo?
Oltre alle mascherine trasparenti, l’apparecchio ortodontico più tecnologico, efficace e innovativo è sicuramente quello linguale, che permette di correggere tutte le malocclusioni ed è invisibile, venendo posizionato sulla superficie interna dei denti. L'apparecchio linguale che si utilizza nel nostro centro, viene costruito individualmente con sistema computerizzato, dopo impronta di precisione, in modo da riuscire a miniaturizzarlo a vantaggio delle dimensioni estremamente ridotte, del comfort e dell'efficacia terapeutica.
ENDODONZIA
Che cos’è un ascesso?
L’ascesso dentale è un accumulo di batteri e pus (detriti cellulari) confinato nei tessuti che circondano il dente.
Esistono due tipi di ascessi:
ascesso dentale parodontale legato a un’infezione batterica dell’apparato di sostegno del dente (gengiva, osso alveolare e legamenti).
ascesso dentale periapicale legato ad un’infezione della polpa dentale.
Che cos’è una fistola?
E’ una piccola lesione o una vescicola di colore rosso che si forma nella nostra bocca a livello dentale o gengivale leggermente sollevata.
E’ l’evoluzione esterna di un processo infettivo dalla quale esce un liquido infetto che, qualora non trovasse una via di uscita, formerebbe una raccolta di pus che si chiama ascesso.
Può essere dovuto ad un problema pulpare (es. necrosi o trattamento canalare non eseguito correttamente) oppure ad un problema parodontale (es. tasca gengivale con riassorbimento osseo).
Cos’è una devitalizzazione?
La devitalizzazione è un procedimento odontoiatrico che consiste nell’asportazione della polpa di un dente.
E’necessario devitalizzare un dente quando la polpa ossia, il tessuto molle all’interno della camera pulpare, si infiamma o si infetta.
La devitalizzazione è adatta a tutti i denti ?
Nella maggior parte dei casi i denti possono essere devitalizzati eccetto casi in cui: i canali radicolari non sono accessibili, il dente ha una grave frattura, non ha un supporto osseo adeguato o non può essere ricostruito.
Un dente devitalizzato può far male?
Un dente appena devitalizzato può dare fastidio per qualche giorno.
Successivamente può far male solo nel caso in cui insorgessero problemi a distanza quali un granuloma o una frattura della radice del dente.
Cosa si intende per chirurgia endodontica?
La chirurgia endodontica rappresenta l'intervento d'elezione quando non è possibile curare un dente con una lesione apicale, chiamata anche granuloma, mediante un normale trattamento canalare attraverso la corona del dente. Il granuloma è una massa di tessuto infiammatorio che circonda l'apice del dente. Di solito si forma quando la polpa dentale, volgarmente chiamata "nervo", va incontro a necrosi, cioè muore per carie profonda o per traumi. Oppure queste lesioni apicali possono essere l'esito di trattamenti canalari incompleti in cui l'operatore non ha potuto trattare la radice in modo soddisfacente a causa di limitazioni anatomiche. Se l'intervento chirurgico viene eseguito correttamente le percentuali di successo sono elevate.
Cosa provoca la formazione del granuloma?
La causa che porta alla formazione del granuloma è costituita dai prodotti tossici dei batteri che colonizzano la polpa del dente. Per ottenere la guarigione del granuloma basta quindi curare in modo corretto la radice rimuovendo la polpa dentale ed otturando il canale con un materiale bioinerte. La guarigione porta alla scomparsa dell'area scura di radiotrasparenza ed avviene nell'arco di 6 - 12 mesi.
Quando è indicato l'intervento chirurgico?
Una delle più frequenti evenienze che richiede un intervento chirurgico è rappresentata dalla presenza di perni cementati nella radice. In alcuni casi il tentativo di rimuovere il perno può provocare la frattura della radice , evento che condurrebbe all'estrazione del dente. In questi casi, per evitare la frattura radicolare, si preferisce trattare il dente chirurgicamente. Vi sono inoltre indicazioni all'intervento chirurgico di apicectomia che devono essere valutate attentamente dall'Odontoiatra prima di estrarre i denti che potrebbero essere curati con successo. La conservazione di un elemento dentale che può essere curato rappresenta per il paziente un indubbio vantaggio dal punto di vista biologico. Inoltre, in una sola seduta, il paziente risolve il problema dentale senza doversi sottostare a cure lunghe ed onerose, quali l'esecuzione di un lavoro protesico, il classico ponte, per sostituire un elemento dentario estratto.
Quanto dura l'intervento?
L'intervento viene eseguito ambulatorialmente in anestesia locale; è indolore e di durata variabile a seconda dei casi più o meno complessi. Può essere eseguito non solo sui denti frontali (incisivi e canini), come comunemente si crede. ma anche a livello dei molari.
Quali sono le fasi dell'intervento?
L'intervento consta molto semplicemente di una prima fase in cui si esegue una piccola incisione a livello della gengiva del dente da trattare ed una volta esposta la radice sottostante si ottura l'apice utilizzando un materiale bioinerte (sigillo retrogrado).
Come si controlla la riuscita dell'intervento?
Se l'intervento ha avuto buon esito, dopo circa 6-12 mesi, ad un successivo controllo radiografico, l'area di radiotrasparenza deve essere completamente scomparsa. Il dente che ha subito un intervento di apicectomia, se correttamente ricostruito dal punto di vista conservativo o protesico, può a tutti gli effetti avere una prognosi a distanza simile a quella degli altri denti dell'arcata.
Quali sono i disturbi post-operatori a cui il paziente va incontro dopo l'intervento?
I disturbi post-operatori che il paziente può accusare sono paragonabili a quelli che si verificano in seguito all'estrazione di un elemento dentale. L'eventuale dolore e gonfiore possono essere combattuti dall'assunzione di farmaci antidolorifici ed antiflogistici. Tuttavia, nell'arco di tempo di 2-4 giorni la sintomatologia i risolve completamente.
Quando il paziente può tornare al lavoro?
Il paziente potrà ritornare alla propria attività lavorativa, se non impegnativa dal punto di vista fisico, dopo l'intervento. Un giorno di riposo talvolta può essere consigliato a seconda del tipo di intervento richiesto.